UN PICCOLO GRANELLINO

L’uomo contemporaneo vive un malessere che nasce da un rapporto distorto con il tempo, che non gli fa apprezzare ciò che accade nel presente. C’è una vita ornata da piccole cose, da quelle ordinarie e semplici, che gli scivola sotto gli occhi, alla quale però non dà nessun valore.

Idealizza o rimpiange il passato; oppure si sofferma volentieri nel supermercato della società delle emozioni, che esibisce bellissimi sogni sui suoi scaffali. I suoi miopi occhi non vedono la luce che trapela dall’oggi. Diventato preda di veri e propri voli della fantasia, si allontana sempre più dalla realtà. Un senso di insoddisfazione lo invade, chiudendogli la strada della fiducia e aprendogli le porte della tristezza.

Non si tratta di una sofferenza dovuta ai fatti della vita, alle difficoltà che si incontrano nel cammino singolare della propria storia, quanto alle ipotesi e alle attese che non si realizzano perché frutto di artificiosi bisogni. Il suo volto è segnato dalle rughe delle frustrazioni, perché è sempre alle prese con un accumulo di impegni, vissuti come prestazioni: deve ‘fare’, deve ‘produrre’, perché vige lo slogan ‘I can’, io posso. Diventato vittima e carnefice di sé stesso, è prigioniero della propria volontà; è dominato dalle tante possibilità e promesse che la sua immaginazione crea per un tempo breve e illusoriamente appagante. Tutto questo spegne la sua capacità di amare, facendogli vedere la vita come un torto subito.

Il vangelo invece annuncia la gioia di una vita nuova individuandola in un piccolo granellino di senape (Mt 13,32); in un seme gettato in un campo (Mt 13,22); nel lievito che lega e trasforma la farina (Mt 13,31). Perché il senso della vita non sta nelle cose grandi, ma è nascosto nel cuore stesso dell’uomo, in quel piccolo seme che cresce lentamente, che lega le persone tra di loro trasformando ogni relazione nella grazia della comunione.

Solo un cuore grato rende giustizia alla vita, perché si lascia fecondare dalla bellezza delle piccole cose, dall’intensità e non dalla grandezza, dalla profondità e non dalla superficialità. Come diceva Dietrick Bonhoeffer: «Nella vita ordinaria noi raramente ci rendiamo conto che riceviamo molto di più di ciò che diamo, e che è solo con la gratitudine che la vita si arricchisce».

Quando noi pensiamo di dare, è allora che riceviamo; quando pensiamo che la vita la perdiamo, è proprio allora che la riceviamo centuplicata. È nel piccolo granellino che c’è il regno di Dio.