1 MAGGIO 2020. FESTA DEI LAVORATORI: ORA GUARDIAMO ALLA RIPRESA CON NUOVA FIDUCIA NEL FUTURO

La festa del primo maggio divenne ufficiale in Europa a partire dal 1889, quando venne ratificato a Parigi dalla Seconda Internazionale Socialista, organizzazione che aveva lo scopo di coordinare i sindacati e i partiti operai e socialisti europei. In Italia, la festa del primo maggio fu introdotta solo due anni dopo nel 1891. Lo stesso anno il papa Leone XIII pubblicava l’enciclica “Rerum Novarum” (“Delle cose nuove”), che dava inizio alla dottrina sociale della Chiesa cattolica. L’insegnamento sociale della Chiesa vuole essere la continuazione storica del messaggio religioso e sociale di Gesù Cristo. Con la Rerum Novarum anche il cattolicesimo sociale avrà il suo manifesto.

Dignità dei lavoratori. I diritti dei lavoratori, come tutti gli altri diritti, si basano sulla natura della persona umana e sulla sua trascendente dignità. Il magistero sociale della Chiesa ha ritenuto di elencarne alcuni, auspicandone il riconoscimento negli ordinamenti giuridici: il diritto a una giusta remunerazione; il diritto al riposo; il diritto ad ambienti di lavoro ed a processi produttivi che non rechino pregiudizio alla sanità fisica dei lavoratori (così urgente e fondamentale ai giorni nostri) e non ledano la loro integrità morale; il diritto che venga salvaguardata la propria personalità sul luogo di lavoro. La remunerazione è lo strumento più importante per realizzare la giustizia nei rapporti di lavoro. Il giusto salario è il frutto legittimo del lavoro. Il lavoro va ricompensato in misura tale da garantire all’uomo la possibilità di disporre dignitosamente la vita materiale, sociale, culturale e spirituale sua e dei suoi, in relazione ai compiti e al rendimento di ognuno, alle condizioni dell’azienda e al bene comune.

La dottrina sociale riconosce la legittimità dello sciopero, quando appare lo strumento inevitabile o quanto meno necessario, in vista di un vantaggio proporzionato, dopo che si sono rivelate inefficaci tutte le altre modalità di superamento dei conflitti.

“I conflitti vanno superati sempre nell’ottica del dialogo della concertazione. – afferma Anna Maria Furlan, segretaria generale della CISL – Da anni, il primo maggio evoca le paure e la disperazione di chi il lavoro lo ha perso o rischia di perderlo. Quest’anno, poi, con l’epidemia, si parla più dei tanti posti a rischio che di rilancio dell’economia. Parlare di festa dei lavoratori sembra quasi un controsenso. Quindi, tutela della salute e lavoro devono camminare insieme”. Infine, le parole rassicuranti e di speranza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Ora guardiamo alla ripresa, al cambiamento da governare  sapientemente, riprogettando le filiere produttive, per evitare ulteriori precarietà ed esclusioni e affrontare i ritardi antichi.

Concludiamo con una poesia.

 

Lavorare stanca, disse un poeta,

ma poi, lavorare può stancare?…

Chi al sole riflesse le case nell’acqua del mare?…

Lavorare stanca,

ma la Repubblica è fondata sul lavoro.

E allora di quale lavoro parliamo?

Il lavoro, disse il filosofo, rende l’uomo libero.

Ma Dio parlò ad Adamo… lavorerai, suderai

la tua fronte si bagnerà per vivere…

Lavorare stanca, scrisse un poeta…