IL TEMPO DEL RINGRAZIAMENTO E DI UN NUOVO INIZIO

Si è chiuso un anno difficile, nel segno della paura e del cambiamento. Con lo spettro del Covid-19 insinuato nelle nostre vite e coscienze. “Rendere grazie”, ossia ringraziare, tenendo conto della rivoluzionaria esperienza che stiamo vivendo, assume una portata diversa e richiede una forza mai sperimentata. Riconoscere i lati positivi in una situazione, a prima vista, totalmente buia e oscura nella sua globalità non è esercizio di immediata fattibilità. Un esercizio che richiede grande dominio di sé e lucidità.

Dal punto di vista cristiano, anche nei momenti di crisi e di sofferenza, si dovrebbe partire sempre dalla grazia già ricevuta, vale a dire da ciò che si è sperimentato come benedizione di Dio nella propria vita e per cui esserGli riconoscenti. Dimenticare questo, secondo la visione paolina, significa disonorare Dio con la nostra mancanza di fiducia.  “Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti” (Filippesi 4, 6). Preghiera, supplica e l’accompagnamento del ringraziamento, dunque. Il messaggio di San Paolo è chiaro: ringraziare Dio vuol dire rendergli onore, riconoscere la Sua onnipotenza, gettare su di Lui tutte le preoccupazioni, facendole diventare Sue. Vuol dire anche lasciare il campo libero a Dio perché ci mostri il suo volto, agendo in nostro favore. In questo modo, è possibile porre fine alle preoccupazioni e far sì che la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, abiti nei nostri cuori e nei nostri pensieri. Calando il tema nella situazione contingente, papa Francesco, nell’omelia preparata per la celebrazione dei Vespri con il canto del Te Deum, ha invitato a trovare un “senso” nel dramma del Covid che ha caratterizzato il 2020: “Suscitare in noi la compassione”.

E dopo il momento del ringraziamento, a cui ognuno conferisce, secondo la personale esperienza di vita, il proprio intimo significato, si staglia, nell’orizzonte delle nostre vite, un nuovo anno, anche metaforicamente inteso come nuovo inizio. Appare chiaro che il vaccino potrà contribuire ad accelerare i tempi per un ritorno ad una vita normale, ma, obiettivamente, c’è da valutarne tempistiche, diffusione, numero di dosi, efficacia, nonché le elevate probabilità che vengano immesse sul mercato tipologie differenti, sviluppate da diverse case farmaceutiche. C’è da scongiurare il rischio di cadere nell’illusione che si cambierà rotta immediatamente, da un giorno all’altro. Si tratterà, dunque, di un processo graduale. Si dice, comunque, che chi ben comincia è a metà dell’opera. Questo è l’augurio che contrassegna gli inizi di questo anno 2021, nel quale vengono riposte le nostre aspettative per la risoluzione dei tanti problemi che, insieme al Covid-19, attanagliano il mondo intero e la nostra Italia, in particolare.