GUARIRE DAL COVID-19

In questi giorni, in cui siamo immersi nel mistero della nascita del Figlio di Dio e contemporaneamente viviamo un tempo straordinario, a causa dell’emergenza epidemica, in modo ancora più autentico vogliamo riflettere sul messaggio di speranza e di salvezza, che l’angelo consegna ai pastori di Betlemme con l’annuncio di Gesù salvatore del mondo. Animati da questo desiderio nelle righe che seguono, riportiamo l’intervista alla signora Flora, nonna e madre di 82 anni, che è stata colpita dal virus ma è riuscita a sconfiggerlo.

Sappiamo che le difficoltà cominciano già da prima dell’esito del tampone: come ha vissuto questo periodo?

Difficile spiegare cosa provassi. Tutto è iniziato con un fastidio alla gola che poi si è trasformato in febbre il 20 ottobre. Dovendo aspettare fino al 28 ottobre per fare il tampone, già ero tormentata dai sintomi che non mi permettevano di pensare a come sarebbe andata. Si può dire che, anche prima di averne la certezza, già ne ero quasi sicura. Cercavo di farmi vedere forte per non dare preoccupazione ai miei figli, che già in quei momenti non erano con me, dato che dal 4 settembre avevamo deciso che sarei stata a casa da sola.

Quali sono stati i sintomi?

Da subito, ho sentito un fastidio alla gola. Dopo un paio di giorni, è arrivata la febbre fino a 39. Per una settimana sembrava andare tutto meglio poiché riuscivo ad avere solo 37 e mezzo per mezza giornata, ma poi la febbre è risalita, arrivando fino a 39 e mezzo. Lì c’è stata tanta preoccupazione perché non riuscivo ad alzarmi dal letto e tenevo gli occhi chiusi per tutto il giorno, perché sentivo il bisogno di riposarmi. La febbre è passata soltanto il 2 novembre, ma anche dopo mi sono sentita debole.

Quali sono state le conseguenze dell’essere sola?

Tutto il tempo ho dovuto curarmi da sola, prendere tante medicine diverse e farmi 12 siringhe di penicillina sulla gamba. Non riuscivo ad alzarmi dal letto per prepararmi da mangiare, ma sono stata molto fortunata perché mia figlia ogni sera mi portava qualcosa di pronto e me lo lasciava fuori la porta non potendo entrare. Doveva rimanere per forza sulle scale per salutarmi e poi andava via, ma io sapevo che sarebbe ritornata il giorno dopo.

Cosa le ha dato la forza per andare avanti?

Sicuramente la forza più grande è stata la preghiera. L’unica cosa che riuscivo a fare durante la giornata era sentire in tv la Santa Messa e il Rosario. Poi, tutti i giorni pregavo la Madonna di Pompei e di Lourdes di darmi la forza per combattere il virus. Pensavo a mio marito che mi ha lasciato l’anno scorso, ma che sento ancora molto vicino. Poi, i miei figli e i miei nipoti mi chiamavano tutti i giorni per sapere come stavo, non potevo vederli e abbracciarli, ma sentire la loro voce, e il desiderio di rivederli mi ha aiutato molto per non perdere la forza e la voglia di vivere. L’amore e l’attenzione si possono avere anche da lontano.

Oggi come sta e dove sta vivendo?

Dopo due tamponi negativi, finalmente sono tornata a casa con mia figlia e i miei nipoti e sono molto felice. Il messaggio e l’augurio che voglio fare a tutti è quello di essere coraggiosi e non perdere mai la speranza di guarire. Prima o poi questo virus se ne andrà e ci lascerà liberi di vivere come vogliamo.