AZIONE CATTOLICA. IL COVID-19 NON FERMA IL NOSTRO CAMMINO

Domenica 19 aprile 2020, si è tenuto il momento di formazione di AC rivolto ai responsabili Giovani e Giovanissimi e a due responsabili Adulti e al coordinatore A.C.R., tenuto dalla diocesi attraverso la piattaforma Cisco Webex, divisi per piccoli gruppi. Ne è scaturito un confronto su alcune problematiche diventate particolarmente urgenti in questo periodo di quarantena. Esso è stato anticipato, nei tre giorni precedenti, da tre video-interviste fatte ad amici di AC che ci hanno aiutato a riflettere sul senso di comunità, sul bene comune, sulla solidarietà e sulla finitezza del tempo. Allo stesso modo, anche i presidenti parrocchiali hanno incontrato il presidente diocesano Enzo Formisano in diversi giorni, divisi per decanati, e hanno riflettuto su un testo di Bachelet sull’impegno delle piccole cose fatte con pazienza e costanza nella quotidianità della nostra vita. Sono proprio le piccole cose che preparano la strada del Signore.

BENE COMUNE. Franco Miano, docente di Filosofia morale all’università “ Tor Vergata” di Roma ed ex presidente diocesano e nazionale, ha analizzato il concetto di bene comune declinato dalla Dottrina Sociale della Chiesa. Esso non è la somma degli interessi personali di ciascuno, bensì qualcosa di più concreto ed essenziale su cui si fonda la società, il senso stesso della solidarietà. Si collega alla responsabilità sociale e politica poiché ogni atto personale ha una ricaduta sulla società. In questi giorni difficili, risalta il rapporto tra il bene comune e le libertà personali ed inviolabili che, ora, sono sottoposte a restrizioni per il bene della collettività. Questi momenti possono essere attuati per brevi periodi ed essere esercitati dalle istituzioni in modo democratico. Le virtù cardinali ci possono aiutare a capire meglio questo rapporto; l’idea di giustizia ci aiuta a capire le restrizioni della libertà per il bene della comunità; la temperanza ci aiuta a capire e a saper fare a meno di, optando per uno stile di vita più sobrio; la fortezza, intesa prima di tutto quella spirituale, da non confondere con la durezza di cuore, ci rende capaci di affrontare la situazione di emergenza; la prudenza, non intesa come lentezza, paura di agire, ma lungimiranza nel guardare lontano permette di sperare in un nuovo sviluppo della società e una rinascita della propria libertà.

SOLIDARIETA’ E TEMPO. Alfonso Lanzieri, docente di Logica presso la Facoltà Teologica di Napoli e Filosofia teoretica presso l’ISSR  “Duns Scoto” di Nola, ha trattato della  solidarietà e del tempo. Ci ha aiutato a riflettere su come sta cambiando il nostro modo di rapportarci con gli altri, con chi ci sta accanto e con chi è lontano. Una solidarietà che, oggi, è pensata sia tra persone che tra Stati ed è connessa all’etica del dono: rinunciare al superfluo per dare a chi non ha neanche il necessario. Applicando la logica debito-credito, la riflessione si è spostata sul rapporto virtuoso che si instaura tra genitori e figli, secondo cui, mentre, da una parte, i figli sanno del debito che hanno verso i genitori ma non pretendono di estinguerlo, dall’altro lato, i genitori non ne pretendono l’estinzione. Questa dinamica può essere applicata anche nella società complessa, dove il debito è inestinguibile per il solo fatto di essere al mondo, ma contestualmente siamo anche in credito verso gli altri. Essere solidali significa essere tutti uniti nella rete del credito e del debito, che si mostra nella particolarità della dimensione relazionale. E’ stato analizzato, poi, il concetto del tempo facendo una prima distinzione tra Tempo cronologico e Tempo vissuto o della coscienza. Spesso, questi tempi non sono in armonia tra loro, anzi si allontanano sempre più. In questo periodo, la morte, intesa come finitezza di tempo, si è fatta più vicina. Quindi, il tempo della coscienza cambia aspetto perché, se non si possono cambiare gli eventi, essi lasciano una memoria dentro di noi che ci fa ritrovare una speranza di rinascita per il futuro. Il tempo cambia di qualità, facciamo esperienza di suo “accorciarsi”, iniziamo a vivere in modo più autentico e le nostre decisioni verranno prese diversamente.

COMUNITA’ CRISTIANA. Maria Grazia Vergari, vice-presidente nazionale Adulti e docente di psicologia, ha illustrato il cambiamento del concetto di comunità cristiana. Di solito, esso riporta alla Chiesa, a ciò che ci rende fratelli nel battesimo, nello Spirito Santo; da qui, nasce la trama di relazioni che ci identifica. Oggi, stiamo vivendo un modo diverso di comunità che va oltre la presenza fisica e dei volti, accompagnato anche da un modo diverso di essere Chiesa che ci preparerà, all’indomani di questa pandemia, ad essere pronti per riprendere con un ardore diverso e rinnovato, perché diverso nella forma ma non nella sostanza. Allo stesso tempo, si sta riscoprendo un modo di essere caritatevole verso il fratello bisognoso. Nessuno, dunque, si salva da solo. L’AC si riconosce parte di una rete nell’ambito della comunità ecclesiale dove il suo compito principale è proprio quello di creare occasioni per fare discernimento, essere meno autoreferenziale e sperimentare la comune appartenenza. Proprio in questo periodo, ci rendiamo conto di ciò che è essenziale, mancandoci sicuramente i volti e le persone e non i luoghi. Quindi, compito dell’A.C. è proprio quello di custodire le relazioni ed i legami cercando di “tenere tutti dentro” senza lasciare nessuno indietro.