DON ALESSANDRO VALENTINO, VIANDANTE NELLA CHIESA DA 25 ANNI

Un uomo in cammino, un pellegrino, un viandante salito su quella barca, chiamata Chiesa, perché si è sentito profondamente amato da Gesù, il Cristo, il Figlio di Dio e si è sentito chiamato da Lui a lasciare la riva del proprio sé, dei propri progetti e delle proprie attese per andare verso l’Oltre e l’Altro, volto misterioso del Padre. Martedì sera, circondato dall’affetto della propria comunità parrocchiale, dal vescovo di Nola, Francesco Marino, dall’Azione Cattolica diocesana e parrocchiale e da molti confratelli, don Alessandro Valentino ha così definito la propria esperienza vocazionale nella ricorrenza del venticinquesimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale. La serata di festa, concretizzatasi nella celebrazione eucaristica, svoltasi in piazza S. Maria Salome, ha concluso un percorso di avvicinamento e preparazione, che si è articolato, nei giorni immediatamente precedenti, in tre riflessioni sul ministero sacerdotale proposte dai sacerdoti e amici don Luigi Vitale, don Marco Napolitano e don Francesco Iannone.

Dal vescovo di Nola, Francesco Marino, nel corso dell’omelia, un ulteriore richiamo alle diverse dimensioni della vita di un sacerdote. “E’ particolarmente bello e dolce – ha chiosato – ritrovarsi insieme in quello spirito di comunione e di letizia cristiana, evangelica, che i doni di Dio comportano, suscitano e animano nei nostri cuori. Il dono del celibato è un dono che consacra l’anima del sacerdote ma, nello stesso tempo, stabilisce un legame, una relazione, non solo con il Signore Gesù, che è l’origine, la fonte di questo dono, ma anche con la comunità, con i fratelli e le sorelle nella fede, a cui il sacerdote è inviato per compiere il suo ministero in continuità e in comunione con quello di Cristo stesso”.

La celebrazione eucaristica si è aperta con l’omaggio della comunità dell’Immacolata Concezione al proprio parroco, “un Padre sempre pronto ad indicare la strada giusta in silenzio e con discrezione”. “Di questi venticinque anni di sacerdozio – ha evidenziato Giuseppina Sartore, in rappresentanza del Consiglio Pastorale Parrocchiale – ne hai trascorsi ben diciotto nella nostra parrocchia. Possiamo dire di conoscerti e di aver sperimentato, in diverse occasioni, la tua umanità, il tuo lavorare nella vigna del Signore con coraggio e determinazione. A volte, le tue proposte ci lasciavano un po’ perplessi, però, l’ardore che brillava nei tuoi occhi quando ce le presentavi non ci permetteva di dire di no perché ti abbiamo sempre seguito e appoggiato come i figli che ascoltano il loro padre. Abbiamo apprezzato la dedizione con la quale hai guidato le catechesi, le omelie domenicali, le lectio, che ci hanno sempre appassionato e rappresentano lezioni di vita. Da esse, si capisce che lo fai con amore e passione e mi riferisco a quell’amore con la “A” maiuscola, quell’amore che fa arrivare a donare se stessi gratuitamente”.

E’ stato, poi, il turno del “nostro” parroco che, dopo aver ringraziato la propria famiglia d’origine, i vescovi che si sono succeduti, i confratelli e l’Azione Cattolica tutta, si è rivolto, proprio come un Padre, direttamente alla sua comunità. “Sei la vigna che il Signore mi ha preparato, sei la famiglia che mi ha accolto, curato e sostenuto come un figlio in questi diciotto anni. Sei anche quella figlia e quel figlio che chiede di essere padre, anzi che mi fa padre, alla ricerca del Signore nei momenti difficili e in quelli belli della tua vita. Ti chiedo perdono se non sempre sono stato all’altezza di questo compito, se non ti ho servito bene a causa delle mie fragilità”.

Dalla “nostra” Azione Cattolica, attraverso le parole del presidente parrocchiale Marco La Marca, giunge la sempre viva e rinnovata gratitudine per l’accompagnamento e la presenza costante al servizio dell’associazione.

“Prendendo in prestito alcune parole della Lettera di Sant’Agostino – che così recita: “Per voi sono pastore, ma con voi sono cristiano” – vogliamo ringraziare il Signore per il dono di essere il nostro parroco da diciotto anni a questa parte. La Sua vocazione sacerdotale è un continuo “sì” alla Chiesa e, con essa, a Gesù Cristo. L’Azione Cattolica Le è grata per i suoi immensi contributi e per quell’accompagnamento costante che non ci ha fatto mai mancare. La nostra associazione, negli anni, è cresciuta nel solco della scelta di voler mettere al centro la persona e la formazione. Due punti cari allo statuto dell’A.C. e, soprattutto, a Lei.  Negli ultimi giorni, ha citato con insistenza Antoine de Saint-Exupery, che scrive: “Se vuoi costruire una nave, non devi, per prima cosa, affaticarti a chiamare la gente, a raccogliere la legna e a preparare gli attrezzi; non distribuire i compiti, non organizzare il lavoro. Ma, invece, prima, risveglia negli uomini la nostalgia del mare lontano e sconfinato. Appena si sarà risvegliata in loro questa sete si metteranno subito al lavoro per costruire la nave.” Con il Suo modo di fare e di essere, ci ha sempre mostrato un mare immenso e affascinante; a volte, fonte di serenità, altre, di grande inquietudine, sempre suscitando in noi il profondo desiderio di navigarlo. E così, a piccoli passi, proviamo a costruire la nostra nave. La Sua comunità, ed, in particolare, l’A.C. Le augura ancora lunghi anni per poterci mostrare la bellezza e l’immensità del mare”. All’augurio del presidente, si aggiunge quello del direttore, Antonio Cesarano, e di tutta la redazione di “Universo Uomo”.