“Il nuovo viceparroco si presenta” – Ottobre 2012

Nome

Emilio

Cognome

Ventre

Data di nascita

23/04/1983

Luogo di nascita

Nola (NA)

Città di provenienza

Lauro (AV)

Squadra del cuore

Juventus

Da quanto tempo è sacerdote?

Sono sacerdote da circa un anno, in quanto sono stato ordinato il 23 settembre 2011.

Quando è avvenuta la scelta vocazionale?

Sono entrato in seminario minore nel 1997, affrontando gli studi classici. Successivamente ci sono stati gli anni di filosofia, di teologia, poi il diaconato di primo grado e, infine, il sacerdozio.

Qual è stata la motivazione principale di questa scelta?

A 14 anni non è facile dare una definizione di vocazione. La mia vocazione si è basata soprattutto sull’esperienza parrocchiale, facendo il ministrante e stando in parrocchia. Portavo un carico di fede che mi ha spinto a pormi delle domande. Queste domande le ho approfondite entrando nel seminario minore. Il seminario minore è stata una crescita, giorno dopo giorno, sia a livello umano che a livello di fede. E’ stata un’esperienza umana e spirituale che ho deciso di vivere e ha rafforzato la mia fede.

Ci sono stati momenti di difficoltà e di dubbio?

Sì, ci sono stati. Soprattutto per la mia giovane età, ci sono stati momenti di aridità, di deserto, momenti in cui mi ponevo tante domande. A livello di difficoltà concrete, l’incapacità di poter vivere la vita come ogni coetaneo è stato un elemento di perturbazione. Ostacoli superati serenamente con l’aiuto della fede e dei superiori.

Qual è stata la sua prima esperienza di sacerdozio?

L’ho vissuta a Marigliano, nella parrocchia “Santa Maria delle Grazie”, sempre come viceparroco. E’ stata un’esperienza completamente nuova, una sorta di “tirocinio”. Ho cercato di assimilare quegli strumenti necessari per poter aiutare la comunità un giorno da parroco.

Qual è stata la prima reazione quando ha saputo di dover venire a Boscoreale?

Io non conoscevo Boscoreale né come parrocchia né come luogo. Non ci sono stati pregiudizi. Ho affrontato questa decisione del vescovo con serenità, prendendola come una nuova esperienza. Ho chiesto l’aiuto del Signore per essere un uomo di Dio al servizio dei fratelli. In queste prime battute, ho trovato una comunità molto accogliente, l’impatto è stato davvero positivo.

Quali sono le sue aspettative?

Mi aspetto nulla di grande, nel senso che sono chiamato al servizio. Mi auguro, con il mio comportamento, con ciò che dico e ciò che faccio, di poter essere testimone del Vangelo e cercherò con tutte le mie forze di fare questo.

Il rapporto con don Alessandro.

E’ un rapporto che nasce dal 1997. Entrando in seminario, lo trovai come vice rettore. Il rapporto di conoscenza e di amicizia è datato ed ha vecchie radici. Ci conosciamo bene e spero che, con la sua guida, io possa crescere nella gestione della comunità parrocchiale.

Come è riuscito a spiegare ai suoi familiari la scelta sacerdotale?

Bisogna premettere che non ho avuto nessuna difficoltà. I miei genitori sono sempre state persone che hanno rispettato ogni mia scelta. Tuttavia, quella sorta di “conversione” totale che ha avuto mio padre, quando avevo 12-13 anni, ha scaturito qualcosa in me, ha generato riconoscenza verso Dio e ha rafforzato la mia fede e la mia scelta.

Un messaggio alla comunità.

L’augurio che faccio a me e alla comunità è quello di poter crescere, di poter instaurare delle relazioni forti. In questi anni, spero soprattutto di poter instaurare relazioni con coloro che sono lontani dall’annuncio del Vangelo, dalla vita bella della comunità. Il primo obiettivo è proprio quello di far comprendere e sperimentare a queste persone che la comunità parrocchiale è una comunità accogliente e disponibile all’aiuto.

 

Antonio Tortora

Adriano Sorrentino