IL SISTEMA IMPRENDITORIALE NELL’ECONOMIA LOCALE BOSCHESE

Il sistema delle imprese esistente sul territorio di Boscoreale riflette esattamente ciò che è la situazione economica nazionale sullo stato di salute delle piccole attività economiche. Infatti, da una attenta analisi storica, negli anni precedenti il 1980, il sistema imprenditoriale boschese si è sempre caratterizzato per una forte tradizione agricola, artigianale. Di particolare importanza per l’economia locale era la presenza di imprese operanti nel settore calzaturiero ed edile ivi comprese le aziende operanti nell’indotto: cucitrici, tagliatori, confezionatori, fabbri, falegnami, idraulici, elettricisti. Le principali imprese edili erano dedite, in particolare, alla lavorazione e al montaggio di pavimentazione stradale in pietra lavica vesuviana, caratterizzate dalla storica figura degli scalpellini. L’evoluzione delle tecnologie e dei nuovi modi di costruire, le nuove esigenze del mercato locale e nazionale, il modo di consumare ha fatto sì che le imprese esistenti sul territorio si sono adattate al nuovo mercato degli anni ’70. Tali imprese hanno rappresentato il volano motore dell’economia locale grazie alla edificazione di fabbricati che hanno interessato il centro e la periferia boschese, rappresentando una risorsa per l’intera economia locale. Nello stesso periodo si è registrato un incremento demografico dovuto alle immigrazioni dai comuni limitrofi. Con la fine degli anni Ottanta e inizio anni Novanta, il sistema delle imprese locali ha subito un’ulteriore evoluzione stabilendo il nuovo sistema imprenditoriale che potremmo definire “imprese 1.0”. Infatti, si è avuta la perdita di alcune specialità artigianali locali consentendo alle nuove di affermarsi sul territorio. Tutto ciò sulla scia di una economia favorevole dettata anche da tassi di interesse bancari interessanti per coloro che investivano in titoli di stato e titoli obbligazionari e con tassi di interesse accessibili circa il denaro preso in prestito presso le imprese bancarie. La facilità con cui si erogavano mutui immobiliari veniva incentivata anche dal saldo favorevole che esisteva tra il tasso di interesse attivo sugli investimenti e quello passivo sui mutui immobiliari concessi. Si evidenziava, quindi, una economia basata, e da parte delle imprese e da parte dei consumatori, sulla speculazione edilizia che consentiva all’intero indotto di riceverne effetti positivi. Allo stesso tempo, le diversificazioni merceologiche interessavano tutti i settori con attività di tipo specializzato sia per il settore food che per il settore non food. Era fortemente presente l’impresa itinerante (il cosiddetto ambulante), che consentiva di vendere beni al domicilio del consumatore. Con la fine degli anni 90’ e l’inizio del 2000, in particolare con l’introduzione dell’euro, a cui non è susseguito un attento controllo pubblico sui prezzi, si sono evidenziate le debolezze e le criticità del sistema economico/bancario nazionale e, quindi, locale. Oggi sul territorio di Boscoreale operano 4972 imprese (fonte CCIAA di Napoli) che partecipano al bilancio del comune di Boscoreale come entrate tributarie per una percentuale consistente su un totale di euro 23.523.088,91 (fonte: bilancio Comune di Boscoreale 2016 pubblicato sul sito). Si rilevano un elevato numero di imprese operanti nell’ambito degli esercizi pubblici per somministrazione di bevande e alimenti (bar e qualche ristorante), altre operanti nell’ambito delle scommesse, dell’edilizia, del commercio food e non food (ambulante, minimarket, supermarket e mini store). Oggi le piccole imprese operanti sul territorio sono in prevalenza di tipo familiare e/o condotte da giovani (età media 39,4, fonte: www.comuni.italiani.it sezione comune di Boscoreale) con fatturati non elevati e redditi medi pro capite non superiori ai 6.531,00 euro annui (fonte: www.comuni.italiani.it sezione comune di Boscoreale valore al 31/12/2015). Ciò determina un forte indebitamento verso gli istituti bancari e con l’Agenzia delle Entrate/Equitalia. Molte imprese preferiscono, nello spirito della sopravvivenza generale, non pagare le imposte e attendere che il fisco si presenti alla porta per poi rateizzare con comodità il dovuto (chiaramente aggravati da interessi e sanzioni). Tale ultima modalità è diventata una consuetudine nei momenti di difficoltà tanto da essere considerata dalle stesse banche come un metodo di finanziamento. Circa la durata media in vita di una piccola neo impresa sul territorio boschese, essa è di breve periodo. In genere, dalla data di costituzione, molte imprese non arrivano al quinto anno di attività, registrando o cessioni di azienda o chiusura di attività. Le motivazioni sono molteplici e vanno ricercate non solo nella criticità del mercato locale che non assicura consumi adeguati ma anche di quello bancario che non eroga tanto facilmente risorse finalizzate al finanziamento di progetti innovativi, avendo atteggiamenti estremamente prudenziali, in particolare verso la piccola impresa, che non ha una sua storia economica, determinando una forte rigidità nelle relazioni con quest’ultima. A tutto ciò si abbinano anche le errate scelte imprenditoriali e la mancanza di creatività da parte dei nei imprenditori. Infatti, la soluzione più semplice quasi sempre non è l’innovazione, che richiede coraggio, idee e spirito di iniziativa dando luogo all’impresa 3.0, ma il copia e incolla, ossia simulare (leggi copiare) una attività già esistente e avviata. Inoltre, non fare una attenta analisi dei costi e dei ricavi significa non fotografare in via preventiva lo stato di salute futuro di una attività e verificarne anche la fattibilità economica.