SUL DORSO DI UN ASINO

Da sempre l’asino accompagna l’uomo nei viaggi difficili attraverso le aspre montagne. Grazie al suo passo lento e al suo portamento deciso, infonde sicurezza nei sentieri impervi. Porta alla meta, scansando gli appoggi ingannevoli dei terreni pietrosi. È docile al peso e resistente nella fatica. Nel suo essere modesto, mostra pazienza. È un po’ testardo, ma infonde coraggio quando imprime forza nella salita. Non ha pretese; non si sente un mancato cavallo. Nella Bibbia è anche segno di pace (Gen 49,11).

Gesù entra a Gerusalemme sul dorso di un asino. L’andatura non può che essere lenta, con la possibilità di fermare lo sguardo, di guardare negli occhi. Il passo calmo del docile asino lo fa restare vicino alla gente, gli concede di scambiare ancora qualche parola, nonostante ci sia il clamore di chi lo osanna. È un ingresso trionfante, di chi porta la pace senza la pretesa di una conquista, senza aver procurato sanguinose battaglie. Sul dorso dell’asino procede sereno verso la meta, si lascia portare con grande fiducia incontro al futuro. È senza dubbio l’ingresso più rivoluzionario che si possa immaginare: un re che si presenta a dorso di un asino, un animale cavalcato dalla gente comune.

In questo tempo di incerto futuro a causa della pandemia, già pensiamo al dopo, a tutti i problemi che arriveranno. La domanda sul domani fa mancare il fiato e mette alla prova l’immaginazione. Possiamo ancora progettare? In che modo ricominciare? Questa pandemia può generare la perdita dei consueti punti di riferimento, distruggendo quelle parole necessarie per poter reagire alla sfida dell’oggi e del domani.

Ma il Signore attraversa anche questo tempo, giungendo a noi sul dorso di un asino. In questa immagine mi piace vedere raffigurata mirabilmente la virtù della prudenza, fondamentale per affrontare momenti complicati come quello che viviamo.

Il prudente è colui che ‘vede prima’, che guarda ciò che viene dopo, che va oltre; è colui che sa fissare lo sguardo negli esiti delle cose. Si occupa delle scelte dei giusti mezzi che portano a raggiungere il fine.

Il prudente è uno che ha memoria: ricorda gli errori fatti, dai quali deve solo imparare. Sa dare una lettura attenta del presente: guarda le cose per capirle. Ha molta calma; la fretta, infatti, non va d’accordo con la prudenza. Bisogna scegliere con calma le giuste opzioni. Per il prudente, oltre alla calma, è fondamentale la riflessione. Il prudente non prende una decisione prima di non averci dormito sopra. Le scelte impulsive che portano a qualcosa di buono sono solo frutto del caso.

Egli guarda al contesto in cui si svolgono i fatti, perché le letture fuori contesto non sono mai orientate direttamente al vero, e dunque al bene. Ha molta cautela, perché sa che le cose non sono lineari, non esiste il moto perpetuo. Sa considerare le resistenze di un viaggio che porta alla meta desiderata.

Insomma, il prudente è uno che viaggia sul dorso di un asino: una metafora utile per ricominciare insieme, senza farci la guerra. In questo modo, dovremmo ogni giorno fare memoria della domenica delle Palme.