THE SHOW MUST GO ON

Continuano, senza sosta, riunioni e polemiche nel mondo dello sport sul tema della ripresa dei campionati. In un’Italia in piena emergenza sanitaria, si continua a discutere, incessantemente, sulle misure da adottare per terminare a tutti i costi i campionati. Il calcio, in particolare, è alle prese col problema di far quadrare, ad ogni costo, i bilanci delle società e non perdere i fondamentali introiti delle pay tv , che andrebbero persi per la mancata conclusione del campionato. L’obiettivo, ormai evidente, è quello di terminare i campionati per evitare conseguenti contenziosi in tribunale e prevenire un disastro economico che, senza il fondamentale apporto economico delle tv a pagamento, verrebbe a crearsi dalla serie A alle categorie inferiori. Un calcio sempre più dipendente dalle televisioni, che si preoccupa, sempre più, degli “stadi virtuali” a discapito degli stessi tifosi e, negli ultimissimi tempi, anche degli stessi atleti.  In questo senso, si segnala il caso “grottesco” del match tra Parma e Spal, dove i calciatori, evidentemente preoccupati per il dilagare dell’emergenza, non volevano scendere in campo, generando ritardi e polemiche su un sistema calcio che pretendeva di andare avanti, disinteressandosi dell’emergenza che si diffondeva in tutta la penisola. Per non parlare del caos generato dalla Uefa, che ha continuato fino alla prevedibile espansione continentale del virus, a far disputare, seppur a porte chiuse, le coppe europee. La conseguenza è stata quella di far disputare alcuni turni e di sospenderne altri. Una delle cause, secondo ipotesi attendibili, che hanno favorito l’esplosione esponenziale dei casi in Italia settentrionale, è stata proprio la partita di Champions League tra Atalanta e Valencia, dove più di quarantamila bergamaschi si spostarono a “San Siro” per assistere al match. Non c’era emergenza nella partita d’andata, ma quel che ha destato più di una perplessità, è stato il viaggio dell’Atalanta in Spagna per disputare il match di ritorno. La gara fu disputata a porte chiuse, ma gli assembramenti dei tifosi di casa fuori dallo stadio “Mestalla”, di certo non sono stati un bel segnale. Il messaggio percepito, dagli addetti ai lavori ai singoli tifosi, è quello di un calcio e, più in generale di uno sport, sempre più dipendente dai flussi di denaro e, paradossalmente, sempre più lontano dalle persone. Che questa esperienza serva, soprattutto lì dove dominano i grandi capitali, a far comprendere che il capitale più prezioso da preservare debba essere sempre l’uomo e la sua salute. Utopia, forse. Nel frattempo The Show Must Go On!