Referendum anti-trivelle: a Boscoreale costituito il comitato per il ‘sì’

Cittadini al voto il prossimo 17 aprile. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, infatti, ha sottoscritto il decreto sulle norme in materia ambientale e, conseguentemente, ha dato il via al referendum anti-trivelle. Si tratta di un referendum abrogativo, in cui i cittadini saranno chiamati a pronunciarsi sull’abrogazione o meno del dispositivo di legge in questione. In caso di prevalenza del sì, la norma cesserebbe di avere immediatamente efficacia. Nello specifico, il quesito referendario riguarda il comma 17, terzo periodo, dell’articolo 6 del d.lgs n. 152 del 2006, limitatamente alle parole: “Per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”. La proposta referendaria è stata effettuata dai comitati No Triv con l’appoggio di nove regioni (Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Campania, Liguria, Calabria, Molise). Il referendum verrà approvato se a partecipare al voto sarà la maggioranza degli aventi diritto, il cosiddetto quorum, e se sarà raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi (50 per cento degli iscritti al voto su base nazionale + 1 elettore).

 

SIGNIFICATO DEL VOTO

Per i non esperti di diritto, la disposizione da abrogare, estrapolata così come scritto precedentemente, potrebbe non essere facilmente comprensibile, in quanto staccata dal contesto di riferimento. Per questo motivo, è necessario chiarire l’ambito di riferimento e la portata di un voto favorevole o non favorevole all’abrogazione. Per il primo profilo, la norma si riferisce alle attività di coltivazione di idrocarburi (petrolio) relative a provvedimenti concessori già rilasciati in zone di mare entro dodici miglia marine e alla possibilità che esse abbiano durata pari alla vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale. Tenuto conto di ciò, gli effetti del voto sarebbero i seguenti. Il “sì” al quesito permetterebbe un blocco degli investimenti delle compagnie petrolifere alla scadenza delle concessioni. Il “no” porterebbe, invece, ad un prolungamento della loro attività fino all’esaurimento dei giacimenti, tenendo sempre presenti i vincoli ambientali.

SVILUPPI LOCALI

Appare chiaro ad uno sguardo anche superficiale che sono numerose le problematiche connesse al quesito. Di particolare rilievo, risulta essere la tematica ambientale. Una prevalenza dei ‘no’ consentirebbe alle imprese di sfruttare i giacimenti petroliferi sino ad esaurimento scorte, a prescindere dai termini previsti nelle concessioni, aumentando così l’inquinamento del mare territoriale. Tutto ciò senza tenere conto dei favori di cui godrebbero le lobby petrolifere nei loro affari. Per questi ed altri motivi, a Boscoreale, nei giorni scorsi, è stato costituito il comitato #stoptrivelle a favore del “sì”. Fondato da Sergio D’Alessio, Luca D’Errico e Sabato Danzilli, il comitato si schiera apertamente a favore dell’abrogazione della normativa ed ha in programma numerose iniziative per sensibilizzare i cittadini al voto. Obiettivo del comitato è, inoltre, quello di organizzarsi in una rete informativa che coinvolga più comuni della zona vesuviana.

Antonio Tortora